La guerra dei due mondi
L’invenzione del mondo virtuale ha rivoluzionato le nostre vite e sembra proseguire, in modo spedito, verso un’evoluzione sempre più strutturata e globale.
L’uso del mondo virtuale ha coinvolto diverse generazioni riuscendo ad attrarre a se fasce d’età sempre più estreme, infatti i bambini che vi accedono sono sempre più piccoli e gli adulti sempre più grandi.
Tra i diversi elementi del mondo virtuale, quello che fornisce una maggiore attrattiva è caratterizzato dal sottoinsieme dei social. Potremmo chiederci, da dove deriva questo successo? Perchè non si riesce a farne a meno? Il mondo dei social ci consente di fornire, agli altri utenti, un immagine di noi stessi plasmata a nostro piacimento.
Possiamo apparire professionali, altamente competenti, realizzati e soddisfatti della nostra vita, belli, felicemente impegnati in una relazione sentimentale, pieni di amore, rispettosi della natura e degli animali, eccetera.
Un elemento fondamentale potrebbe essere legato proprio all’uso della parola eccetera, infatti internet non ha limiti, possiamo mostrarci come vogliamo dando libero sfogo alle nostre fantasie ed i nostri ideali. Internet è l’unico luogo dove il condizionale, il dovrebbe, si può trasformare nel tempo presente, nell’essere.
Il mondo dei social si trasforma nel luogo del Falso Sè, così come fu teorizzato da Winnicott, ovvero il posto dove si costruisce un’identità che aderisce a degli stereotipi, aspettative sociali o ideali personali che ha una funzione protettrice nei confronti del Vero Sè.
Quando il Falso Sè si esprime nel mondo reale, esso è soggetto ai limiti della realtà, si può mentire “fino ad un certo punto”. La realtà non ci permette di spingerci oltre, infatti la presenza reale degli altri ci limita nel nostro tentativo di fornire un immagine non realistica di noi stessi. Un altro limite presente nel mondo reale è il tempo, infatti anche se si riesce ad eludere la comprensione altrui, nella fase conoscitiva iniziale, con il passar del tempo la verità verrà sempre svelata. I limiti della realtà fanno in modo che la forbice, il divario tra il Vero Sè ed il Falso Sè possa essere limitato.
Ma cosa succede quando i limiti reali decadono? Questo è il caso del mondo dei social, non esistono limiti sia di contenuto che temporali: con qualche foto, frase ad effetto, titolo acquistato o l’uso di termini inglesi si può mentire su tutto per sempre, fino a quando non ci sarà l’incontro reale. Così facendo, il divario tra il Vero Sè ed il Falso Sè non conosce limiti, può divenire smisurato nel mondo virtuale. Questo potrebbe spiegare la dipendenza ed il successo del mondo dei social, l’occasione è troppo ghiotta: illudersi di essere quello che dovremmo o vorremmo essere. L’investimento, senza limiti, sul Falso Sè ci fa allontanare sempre più dal Vero Sè: a furia di mentire agli altri, mentiamo anche a noi stessi. Con il tempo diveniamo confusi, disorientati e non riusciamo più a distinguere cosa appartiene al Vero Sè ed al Falso Sè.
Il Vero Sè può essere coperto, sopraffatto dal Falso Sè però il suo nucleo resterà sempre nella nostra sfera psichica riaffiorando costantemente. Per questo motivo, la presenza del Falso Sè richiede uno sforzo continuo, da parte della persona, che dovrà sostenere le sue “bugie” per evitare che queste possano essere smascherate. In questo modo si crea un circolo vizioso difficile da interrompere: l’emersione di elementi del Vero Sè sono accompagnata dal sostegno al Falso Sè. Questo sembra il circuito dove potrebbe inserirsi la dipendenza dei social, più ci sono eventi reali che ci ricordano le nostre mancanze, aspetti di vite e della nostra persona che ci deludono, più ci ancoriamo al mondo virtuale. L’ancoraggio al mondo virtuale assume, in questi termini, un illusione dove rifugiarci per sfuggire da noi stessi, dal Vero Sè e dalla capacità di accettare i nostri limiti.
La fuga nel mondo virtuale crea una grossa frattura interna, una parte di noi sarà sempre ancorata al mondo reale perché non potrebbe essere altrimenti, noi viviamo nel mondo. Inoltre, anche il mondo virtuale ha un piede in quello reale, poggia le sue basi sul mondo. Poi ci sono altre parti di noi, appartenenti al Falso Sè, che cercano di restare separate, scisse dal resto della nostra persona rimanendo confinate nel mondo virtuale.
Ma cosa accade quando, per qualche motivo, questa scissione non può più essere sostenuta? Gli scenari non possono che essere tragici, pensiamo al suicidio o allo scompenso, poiché la psiche della persona non ha mai elaborato elementi di realtà che crollano tutti insieme, contemporaneamente. Il soggetto si ritrova, improvvisamente, a dover fare i conti con contenuti del mondo reale che sono stati rigettati e negati, con tutte le proprie forze, generando una grossa quota di angoscia. L’individuo si potrebbe percepire perso, senza via di scampo e sopraffatto da un troppo, da un eccesso in base a quelle che sono le sue risorse psichiche.
Il rinnegamento e l’incapacità di accettazione della realtà, in tutte le sue sfumature, sembra essere il motivo della dipendenza dal mondo virtuale, la ragione per cui le persone prediligono l’incontro virtuale a quello reale. I rapporti virtuali vengono presentati come “semplici e di moda”, pensiamo agli adolescenti che cercano i contatti social dei pari per conoscersi, ma cosa si intende con l’uso di questi termini? La semplicità potrebbe essere sinonimo di finzione, ovvero il conoscersi tramite il mondo virtuale ci permette di presentare la nostra maschera all’altro senza rischiare di essere smascherati. La paura di mostrare, fin dall’inizio, se stessi, il Vero Sè con il timore di essere rifiutati viene nascosta con argomentazioni superficiali e l’uso di frasi stereotipate. La scelta della conoscenza tramite i social viene giustificata come “la moda del momento, fanno tutti così”.
Allora potremmo chiederci, perché tutti si sono allineati a questa modalità? Il motivo sembra risiedere nella sua utilità, infatti il mondo virtuale ci permette di nascondere le nostre paure ed insicurezze. Voler essere come dovremmo o vorremmo essere equivale a non accettarsi, altrimenti perché fingere? Se il Vero Sè non può emergere chiaramente, ma deve essere coperto e protetto dal Falso Sè è per via della sua fragilità ed inadeguatezza.


