La riabilitazione e la psicoterapia: un connubio inscindibile
Oggi giorno la riabilitazione accoglie bambini e ragazzi con diverse diagnosi, dal neuro sviluppo ai disturbi dell’apprendimento passando per quelli appartenenti alla salute mentale e neurologici.
La realtà clinica è sempre più complessa di quella accademica, teorica per questo ci sono moltissimi casi di doppia diagnosi, ovvero quadri clinici dove convergono più di una diagnosi.
Ci sono altre situazione dove un quadro diagnostico principale può portare, come conseguenza, ad altre problematiche.
Un esempio potrebbe essere caratterizzato dalla presenza di un umore depresso in conseguenza ad un disturbo dell’apprendimento. Questa prima considerazione basterebbe per affermare che non può esistere una riabilitazione in assenza di una terapia psicoterapica.
La psicoterapia infantile ha gli stessi obiettivi di quella per adulti solo che segue indicazioni, protocolli ed approcci adeguati all’età infantile. Per questo motivo, i quadri diagnostici del neuro sviluppo e di salute mentale sono strettamente e direttamente pertinenti al lavoro psicoterapico che si può avvalere della collaborazione di altre figure professionali in un ottica multidisciplinare.
In aggiunta, ci sono gli interventi che potremmo definire “indiretti”, ovvero quelle situazioni neurologiche dove c’è la necessità di lavorare su aree specifiche quali l’accettazione e la consapevolezza della diagnosi, attivare le risorse interne, imparare a convivere con la diagnosi, capire come potersi porre al mondo esterno, supportare la famiglia…
Per quanto concerne gli apprendimenti, “l’apprendimento è mediato dalle emozioni e dagli affetti individuali, dunque è difficile pensare di favorire un processo di apprendimento solo attraverso dinamiche cognitive e socioculturali perché non è un processo del tutto meccanico, ma dipende fortemente dalla qualità emotivo-affettiva dell’incontro con l’altro” (Verschueren, Koomen, 2012).
L’importanza della sfera emotiva e relazionale nei processi d’apprendimento giustifica la scelta di un trattamento multidisciplinare che vede la collaborazione tra la logopedia e la psicoterapia o il supporto psicologico.
Molto banalmente, se un bambino è preoccupato o agitato per qualcosa l’apprendimento rappresenterà l’ultimo dei suoi pensieri, così come fornire strumenti compensatori potrebbe risultare inutile se, ad esempio, i ragazzi si rifiutano di usarli perché magari si vergognano. “Gli studi sostengono che lo sviluppo socio-emotivo può contribuire in modo significativo allo sviluppo cognitivo influenzando l’acquisizione del linguaggio, le capacità di attenzione e apprendimento” (Commodari, 2013).
Considerando che tra le componenti cognitive ed emotive esistono delle correlazioni bidirezionali, ovvero l’uno incide sull’altro e viceversa, è impensabile immaginare che un paziente possa accedere alla riabilitazione senza mai sentire la necessità di aver bisogno di una psicoterapia o un supporto psicologico.
I piani riabilitativi dove non viene mai prevista una prestazione psicologica o psicoterapica sono destinata ad essere limitati o fallimentari, nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, perché nel trattamento viene esclusa la sfera emotiva, relazionale e di supporto alla famiglia. D’altronde, come si può pensare di accedere alla riabilitazione senza mai avere dubbi, incertezze, preoccupazioni, perplessità, provare frustrazione e rabbia, sentirsi diverso e a disagio con gli altri, mostrare incertezza per il proprio futuro…?
In aggiunta a quanto detto, bisogna anche considerare l’aspetto della salute mentale degli altri terapisti impegnati nella riabilitazione quali i logopedisti, i terapisti occupazionali, gli educatori ed i psicomotricisti. Il lavoro riabilitativo è a forte rischio di burn out perché i lavoratori entrano costantemente in contatto con dinamiche personali assorbenti, con il dolore e la sofferenze delle persone.
I terapisti si possono trovano a dover fronteggiare sentimenti quali la frustrazione, l’impotenza di fronte ad alcune patologie molto invalidanti.
Per questo motivo, non si può immaginare una riabilitazione sprovvista della psicologia e psicoterapia.


