il disturbo ossessivo compulsivo
Il disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni, ovvero da pensieri, impulsi o immagini ricorrenti che irrompono nel funzionamento mentale e che agiscono in modo automatico. La persona si sente sopraffatta, piena ed incapace di mettere a tacere le proprie ossessioni avvertendo un forte senso di stanchezza, oltre a fare molta fatica nel prestare attenzione, ed essere presente quando la mente è occupata da questi pensieri ricorrenti. Le compulsioni, invece, sono delle azioni osservabili, attività mentali o comportamenti ripetitivi che il paziente esperisce come obbligatori. Questi comportamenti ripetitivi possono diventare sempre più rigidi. La persona può sentirsi costretta a mettere in atto, non solo singole azioni o attività mentali, ma anche a farlo con una sequenza rigidamente organizzata (rituali compulsivi).
Gli stati affetti che accompagnano il disturbo ossessivo compulsivo sono depressivi, soprattutto quando vi è una buona capacità d'insight in quanto la persona può riconoscere la stranezza e l'incongruenza delle sue idee ma, nonostante ciò, non può fare a meno di subire questi pensieri e compulsioni. La persona si deprime perchè sente di non riuscire a non farsi influenzare, a smettere di alimentare idee che non reputa adeguate. Le ossessioni e compulsioni causano un disagio personale e sociale, infatti lo stare insieme agli altri può risultare molto complesso, dispendioso ed è impossibile riuscire a nascondere sempre le proprie compulsioni. Per questo motivo, alcune volte l'individuo preferisce isolarsi ed evitare il contatto con gli altri pur di non sostenere tutta questa fatica. Allo stesso tempo, se non si riesce a mettere in atto i propri rituali e compulsioni si sperimentano emozioni di paura, irritabilità o aggressività.
Secondo il PDM-2, gli stati somatici che contraddistinguono il seguente disturbo sono di ansia, irrequietezza, affaticabilità e vi possono essere anche tic di natura motoria.
Alla base del disturbo vi è una rappresentazione mentale, idea, che viene slegata dal suo affetto e visto che non vi è l'azione della rimozione, come magari può accadere nell'isteria ad esempio, l'affetto mantiene tutto il suo potere originario; non c'è nulla che smorza la sua potenza. L'affetto, che vaga liberamente nello spazio psichico, viene legata ad un altra rappresentazione, più accettabile rispetto a quella originaria, generando un falso nesso, ovvero una rappresentazione ossessiva. La persona non riesce a liberarsi da questo oggetto, idea ossessiva perchè è il mantenimento dell'oggetto che garantisce la sicurezza dell'io. Il mantenere l'oggetto in una fluttuazione tra impossessamento e padronanza consente di dirottare, verso l'oggetto (esterno) la quota di pulsione di morte che, nella melanconia, viene dirottata contro l'Io.
La rappresentazione originaria resta, anzi grazie all'intervento della condensazione (una cosa ne riassume tante altre in modo inconsapevole) e spostamento può accedere liberamente alla coscienza in quanto non incontra più la censura. La rappresentazione, essendo stata scissa dal suo affetto originario, non risulterà più inaccettabile per il Super-Io. È questo il motivo per cui l'ossessivo sa tutto, ricorda ogni cosa nel minimo dettaglio poichè le rappresentazioni mentali sono state spogliate dell'elemento più pericoloso: la reazione affettiva. Potremmo dire che l'ossessivo sa tutto perchè non sente, non prova nulla, per lui sono solo dettagli concreti e razionali.
I meccanismi difensivi che vengono usati nel disturbo ossessivo-compulsivo sono l'isolamento (i contenuti mentali vengono slegati dagli affetti), l'annullamento retroattivo (fare qualcosa per rendere non avvenuto qualcos'altro), spostamento e formazione reattiva (esprimere contenuti opposti a quelli avvertiti), rivolgimento nel contrario, razionalizzazione (fornire spiegazioni razionali) ed intellettualizzazione (astrazione delle emozioni per non sentirle).
Tutte queste manovre difensive sono accomunate da un iper investimento sul pensiero razionale che nasce dalla costante "paura d'impazzire", ovvero di perdere il controllo e di essere sommersi dagli affetti. Il controllo viene esercitato per tenere a bada questa paura d'impazzire e strettamente correlato a questo meccanismo vi ritroviamo il perfezionismo, il quale è espressione di un tentativo di controllo della realtà esterna ed interna.
Gli ossessivi pensano sempre, dichiarano di essere stanchi e di sentirsi pieni, vorrebbero "staccare" il loro cervello. Il problema non è legato al pensiero, ma alla qualità del loro pensare. L'azione massiccia dell'isolamento è incompatibile con il pensiero simbolico, creativo che si fondano sul potere semantico ed evocativo della parola. L'isolamento tende alla dissoluzione di una qualsiasi forma di legame, per questo motivo il pensiero simbolico non può essere accettato, è pericoloso perchè rischierebbe di creare e svelare legami che si vogliono scindere. Nel pensiero ossessivo, visto che prevale la tendenza a scindere, la sublimazione e creatività vengono sostituiti dalla logica e razionalità. Questo tipo di pensiero è stancante, non porta da nessuna parte perchè non è vitale, è spogliato della sua componente principale: gli affetti. L'attacco ai legame, riprendendo la teoria di Bion, non permettono la formulazione di un pensiero creativo che si alimenta di legami, non solo con gli affetti ma anche con altre idee.
La logica ossessiva è abitata dal dubbio, dalla concentrazione sui dettagli che serve, non solo ad impedire una consapevolezza diretta verso le componenti libidiche e aggressive, ma ci dicono anche di un erotizzazione del pensiero, così come fu evidenziato da Freud (1909). Nello specifico, vi è un piacere diretto verso l'atto del pensiero in se, anzichè al suo contenuto.
Nella funzione anale dello sviluppo libidico, il pensiero e l'azione sembrano essere ancora indifferenziati. La fissazione alla fase anale dell'ossessivo ci permette di capire come il pensiero può sostituirsi all'azione e l'azione al pensiero. Per l'ossessivo, pensare equivale ad agire ed agire di averlo pensato.
Un'altra caratteristica della logica ossessivo è il pensiero magico che viene utilizzato per eliminare, attraverso l'annullamento retroattivo, un pezzo di realtà indesiderata. Questa azione provoca una distorsione della realtà stessa che, però, non è una cancellazione o diniego testimoniando la presenza di una scissione tra una parte onnipotente ed un'altra legata al principio di realtà; infatti la persona è in grado di riconosce l'assurdità del suo pensiero. L'ossessivo sperimenta, dunque, contemporaneamente l'onnipotenza del pensiero e la sua impotenza in quanto lo subisce attraverso le ossessioni, i dubbi e le superstizioni da cui cerca di sfuggire con l'illusione del controllo onnipotente.
Ma dove nasce questa impossibilità di metabolizzare? Perchè l'affetto viene scisso ed isolato? Un difetto di funzionamento della reverie conduce alla formazione di un Super-Io rigido e controllante che non consente di metabolizzare le protoemozioni, questi affetti arcaici e grezzi. L'incapacità di metabolizzare gli elementi beta, trasformandoli in elementi alfa, crea una situazione potenzialmente angosciante, un "troppo pieno". Uno dei modi con cui la nostra psiche potrebbe cercare di sopperire a questa angoscia è dato dall'uso dei meccanismi ossessivi. Come affermava Freud, il sintomo rappresenta la soluzione migliore che la nostra mente è in grado di trovare nel momento in cui la mette in atto.












