Psicoterapeuta a Salerno e Battipaglia
Psicoterapeuta a Salerno e Battipaglia
Come si fa a decidere quando è arrivato il momento di iniziare un percorso di psicoterapia? Non esiste un unica risposta a questa domanda, poichè bisogna distinguere i diversi scenari possibili.
Una condizione potrebbe essere considerata la comparsa di sintomi quali attacchi di panico, peso al petto o oppressione, inappetenza, fame nervosa, insogna, agitazione, sentimenti di tristezza, eccesso di euforia ingiustificata, la comparsa di paure anche invalidanti, apatia, senso di vuoto e desiderio di isolamento sociale. I sintomi possono essere anche passeggeri, ma se persistono per più di 15 giorni consecutivi senza alcun accenno di remissione o diminuzione d'intensità è difficile ipotizzare che possano risolversi in modo spontaneo.
Alcune persone usano il farmaco come metodo di "cura" nei confronti dei sintomi, senza conoscerne d'avvero la loro azione. Nello specifico, la terapia farmacologica, quando d'avvero necessaria, è molto importante in quanto limita, contiene l'intensità dei sintomi. Il limite del farmaco è che non può agire sui pensieri, ovvero se in una persona si attivano, ad esempio, dei pensieri che generano ansia ci sarà bisogno per sempre dell'uso della medicina se non si lavora sui processi psichici, generando una dipendenza eterna. Per questo motivo, gli unici trattamenti efficaci sono quelli integrati: la psicoterapia affiancata alla cura farmacologica. In questo modo, il paziente imparerà ad elaborare diversamente i suoi pensieri producendo, di conseguenza, una diminuzione di risposte ansiose potendo riuscire, con il tempo, a limitare se non concludere il trattamento farmacologico. La terapia farmacologica può essere un valido alleato della psicoterapia perchè se il paziente è troppo angosciato, il farmaco può attenuare l'agitazione permettendo allo psicoterapeuta di prendersi il tempo sufficiente per il trattamento. La psicoterapia, infatti, non è immediata ed ha dei tempi d'azione che dipendono dal funzionamento psichico del paziente e dal tipo di psicopatologia.
Se la terapia farmacologica, assunta come unico trattamento, non funziona perchè viene continuata ad usare? Per via della sua semplicità ed immediatezza, basta recarsi in farmacia ed è subito pronta all'uso. Un altro elemento è che molte domande vengono intercettate dalla medicina di base, infatti nel nostro sistema sanitario manca la figura dello psicologo di base che porterebbe ad una riduzione della spesa sanitaria, dell'assunzione di farmaci o del sostenere visite specialiste ed esami strumentali inutili, oltre a migliorare il benessere della collettività.
Un altro scenario possibile, che per certi versi risulta essere più complesso da riconoscere ed accettabile, è lo sperimentare una sensazione di malessere generico, difficile da spiegare, decifrare o identificare. Ci potrebbe anche essere la sensazione di "avere qualcosa", oppure di non aver superato un lutto o un trauma. Queste sensazioni di malessere, anche se apparentemente possono risultare meno concrete rispetto al sintomo, non significa che non generi sofferenza, paura e limitazione nella persona. I pensieri, le sensazioni sono sempre concreti in quanto guidano, orientano e determinano tutte le nostre azioni. Li potremmo definire, dunque, indirettamente concreti.
Per questo motivo, non vanno sottovalutati e bisogna fidarsi del proprio istinto decidendo di lavorarci con un percorso di psicoterapia individuale.
Un aspetto importante da sottolineare è che decidere di intraprendere un percorso di psicoterapia deve partire dall'interno della persona, non può essere indotto dall'esterno. La psicoterapia richiede una forte motivazione interna perchè il paziente è chiamato a mettersi in gioco e cambiare non è mai semplice: sia per la paura della novità, che per i vantaggi secondari dei sintomi. I sintomi rappresentano la scelta migliore che la nostra mente ha trovato, in quel momento, per fronteggiare una difficoltà o gestire una situazione difficile, un trauma. Per questo motivo, anche il sintomo più invalidante ha sempre dei vantaggi secondari, ovvero la persona ne ricava un elemento conveniente nel loro utilizzo. Affrontare il cambiamento significa trovare la forza di abbandonare anche i vantaggi secondari, per sperimentare una modalità di funzionamento nuova.











